Libia, Haftar attacca: “ora zero”! (anche per i cazzari)
Il comandante del Libyan National Army (LNA), l’esercito che controlla il 90 % della Libia, ha dato ieri il via “all’attacco finale a Tripoli per liberarla dai terroristi e dai traditori”. Il presidente fantoccio (ma “riconosciuto dalla Comunità internazionale”) al Sarraj risulta all’estero (malelingue lo vorrebbero già a godersi la pensione in Turchia). Fine della commedia? Azzardo di una delle parti? Premessa di un’escalation e dell’occupazione turca del Paese? Le variabili in gioco sono molte. La certezza è una: chi ha spacciato come “politica” la soluzione per la Libia ha commesso l’ennesimo errore... Ora anche le balle stanno a zero. La fine delle menzogne - in un Paese strategico per l’Italia - passa inequivocabilmente per le armi. Anche per i cinque fucili che il presidente del Consiglio – d’accordo con l’ex ministro della Difesa Trenta – ha donato per iniziative di pace a cui non avrebbe creduto nemmeno un figlio dei fiori negli anni sessanta. Speriamo poi che, chi non si è accorto dell’inizio delle ostilità a Tripoli 9 mesi fa (v. articolo) ed è apparentemente cascato dal pero (gravissimo se davvero!) un mese dopo (v.link), si ravveda e comprenda che in gioco non è il “fondoschiena degli altri”, è quello del Nostro Paese. Non vorremmo mai che “un giorno” ai nostri soldati presenti in Libia con una missione sanitaria/addestrativa venga chiesto di combattere dalla parte sbagliata e magari morire in silenzio. Quei ragazzi hanno giurato di donare la vita alla Patria, non per evitare imbarazzi ai “Sarraj de noantri”!
Il comandante del Libyan National Army (LNA), l’esercito che controlla il 90 % della Libia, ha dato ieri il via “all’attacco finale a Tripoli per liberarla dai terroristi e dai traditori”. Il presidente fantoccio (ma “riconosciuto dalla Comunità internazionale”) al Sarraj risulta all’estero (malelingue lo vorrebbero già a godersi la pensione in Turchia). Fine della commedia? Azzardo di una delle parti? Premessa di un’escalation e dell’occupazione turca del Paese? Le variabili in gioco sono molte. La certezza è una: chi ha spacciato come “politica” la soluzione per la Libia ha commesso l’ennesimo errore... Ora anche le balle stanno a zero. La fine delle menzogne - in un Paese strategico per l’Italia - passa inequivocabilmente per le armi. Anche per i cinque fucili che il presidente del Consiglio – d’accordo con l’ex ministro della Difesa Trenta – ha donato per iniziative di pace a cui non avrebbe creduto nemmeno un figlio dei fiori negli anni sessanta. Speriamo poi che, chi non si è accorto dell’inizio delle ostilità a Tripoli 9 mesi fa (v. articolo) ed è apparentemente cascato dal pero (gravissimo se davvero!) un mese dopo (v.link), si ravveda e comprenda che in gioco non è il “fondoschiena degli altri”, è quello del Nostro Paese. Non vorremmo mai che “un giorno” ai nostri soldati presenti in Libia con una missione sanitaria/addestrativa venga chiesto di combattere dalla parte sbagliata e magari morire in silenzio. Quei ragazzi hanno giurato di donare la vita alla Patria, non per evitare imbarazzi ai “Sarraj de noantri”!